La CSRD e la normativa europea
- BQS
- 26 mag
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Nel dicembre del 2022 è stata pubblicata nella gazzetta europea la Direttiva UE 2022/2464 del Parlamento Europeo, nota come Direttiva sulla rendicontazione societaria di sostenibilità (Corporate Sustainability Reporting Directive – CSRD).
A CHI SI RIVOLGE LA CSRD?
La Direttiva impone alle aziende operanti sul territorio europeo di rendicontare le proprie performance in materia di ESG, ovvero performance ambientali, sociali e di governance. L’obbligo per le aziende è definito da un calendario specifico e dipende dal tipo di azienda e dalla sua dimensione in termini di personale e fatturato.
COME SI DEVE REDIGERE UNA RENDICONTAZIONE SOCIETARIA DI SOSTENIBILITA’?
La Direttiva prevede che le rendicontazioni siano sviluppate secondo le linee guida dell’EFRAG (European Financial Reporting Advisory Group), ovvero un organismo europeo incaricato di stilare le linee guida relative, appunto, alla rendicontazione di sostenibilità.
Questo aspetto è molto importante perché esistono diverse linee guida o standard internazionali che definiscono precisi criteri ci rendicontazione, tra cui: GRI, SASB, TCFD e gli SDG’s stessi dell’ONU. Tutta questa serie di sigle può far confusione e far perdere tempo alle organizzazioni. È importante sapere che per conformarsi alla CSRD è necessario applicare le linee guida dell’EFRAG ovvero gli ESRS (European Sustainability Reporting Standards) che al momento sono 12 documenti e rappresentano l’unica linea guida ufficiale applicabile.
Questo indirizza chiaramente l’azienda e semplifica molto la comprensione delle dinamiche della rendicontazione societaria di sostenibilità, facendo chiarezza e pulizia tra le numerose sigle e acronimi che si trovano in rete.
QUAL’E’ LA STRUTTURA DI UN BILANCIO DI SOSTENIBILITA’?
Anche questa domanda è lecita. Spesso vediamo in rete documenti esteticamente molto belli che hanno precise funzioni commerciali e di marketing; tuttavia, questo rappresenta esclusivamente una scelta estetica dell’azienda, ma non ci sono assolutamente vincoli di tipo grafico o estetico.
I 12 ESRS definiscono chiaramente cosa riportare in una rendicontazione di sostenibilità, in termini di informazioni, indici, metriche, e obiettivi. Il resto è solo un esercizio di stile facoltativo.
Ogni bilancio di sostenibilità è diverso perché ogni azienda è diversa. Si parte dall’analisi di ciò che è rilevante per l’azienda e tutto questo deve essere fatto con il pieno coinvolgimento di tutte le parti interessate. Solo dopo aver definito ciò che è rilevante (materiale) si può iniziare il processo di rendicontazione, raccolta dati e analisi.
Infine, è importate comprendere che gli standard ESRS non stabiliscono obiettivi minimi che l’azienda deve raggiungere, non impongono determinate performance, ma è l’azienda stessa che, in base alla propria rilevanza e alla propria analisi dei rischi/opportunità, dovrà porsi obiettivi di miglioramento da raggiungere nel breve, medio e lungo termine.
QUAL’E’ LA STRUTTURA DI UN BILANCIO DI SOSTENIBILITA’?
Noi come professionisti supportiamo l’azienda nel processo di analisi di rilevanza (materialità), mappatura e coinvolgimento delle parti interessate (stakeholders), raccolta e analisi dei dati, definizione dei rischi/opportunità, definizione di obiettivi di miglioramento. Il tutto in conformità alle linee guida dell’EFRAG per poter, sin da subito, disporre di una rendicontazione societaria conforme alla direttiva CSRD.
Non solo. Gli standard ESRS prevedono che l’azienda, parallelamente allo sviluppo di un bilancio di sostenibilità, sviluppi una “due diligence”, ovvero una serie di regole o procedure che stabiliscono come viene realizzato un bilancio, come viene monitorato e tenuto sotto controllo e come vengono posti e conseguiti obiettivi di miglioramento. Il nostro compito è anche quello di supportare l’azienda nella stesura della suddetta due diligence.
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